Valentina Dibiase, “Notte”, 2014

50 - V.Dibiase 2014

note biografiche:
Nata l’11 maggio 1984 a Marsicovetere (PZ). Dopo aver conseguito il diploma al Liceo Socio-Psico Pedagogico di Viggiano (PZ), frequenta l’Università degli Studi di Salerno laureandosi in “Lettere Pubblicistiche”. In seguito alla Laurea Triennale frequenta l’Almamater Studiorum di Bologna, specializzandosi in “Arti Visive” con una tesi sull’arte di Giuseppe Antonello Leone e la “Scuola del Graffito” di Montemurro (PZ). Svolge il tirocinio formativo presso il MAMbo (museo di arte moderna e contemporanea di Bologna) come collaboratrice presso il dipartimento educativo, avendo così le prime esperienze con la didattica dell’arte, vivendo in prima persona l’approccio tra i bambini/ragazzi e il mondo dell’arte.

Nel frattempo, svolge il ruolo di supplente presso molteplici scuole primarie di Bologna, venendo così ancora in contatto con la realtà infantile.

Vincitrice di un voucer assegnato dalla Regione Basilicata nel 2012/2013, frequenta un corso di alta specializzazione in “Project Management” applicato ad eventi artistici e culturali, apprendendo così le modalità di organizzazione di eventi e progetti, anche grazie ad uno stage svolto presso la “Gigirusso Street and Stage” di Ferrara: associazione culturale organizzatrice di eventi in Italia.

Nel 2014, finalmente, riesce a coniugare la sua esperienza formativa con la passione per l’arte, svolgendo il ruolo di “storica dell’arte e del graffito” nel progetto “la Scuola del Graffito di Montemurro incontra le scuole della Valle dell’Agri sul tema: il Paesaggio e le Madonne di montagna della Val d’Agri”.

note sull’opera:
L’idea iniziale era quella di creare un’opera non figurativa. Quello che veniva fuori dai primi bozzetti però era sempre la figura di un uomo e della sua ombra. “Ombra e Luce” diventa quindi la trascrizione letteraria di un concetto che si amplifica e si riduce allo stesso tempo in un’opera che in realtà diventa estremamente figurativa. Nel buio della notte, la luce del lampione illumina il passaggio dell’uomo in una fredda notte di febbraio. La sagoma dell’uomo è stata volutamente lasciata bianca, così come il muretto sulla destra, per dare un senso di “incompiuto”.