Francisco Salas Quesada, “El secreto de Leone”, 2017

note biografiche:
Francisco Salas Quesada, nato nel 1991 a Jaén, Spagna, comincia la sua formazione a Jaén, nella scuola d’arte José Nogué, dove studia, secondo la formazione tradizionale, disegno e tecniche pittoriche. Grazie a vari professori, come Paco Carrillo, inizia a interessarsi molto alla pittura. Dopo la scuola si trasfercisce a Granada, dove studia fotografia artistica e continua la pittura, approfondendo il tema della luce e la relazione di quest’ultima con il nostro subcoscient e le nostre emozioni. Dopo aver terminato gli studi di fotografia, dato che la pittura è ancora centrale nei suoi interessi, decide di trasferirsi a Barcellona per studiare Belle Arti. Il suo ambito di ricerca è fra questi due mondi: astrazione e figurazione, in una esplorazione continua del mio essere.

note sull’opera:
Una delle avventure di Pulcinella lo vede protagonista mentre racconta di aver confessato ad ogni persona del servizio di un palazzo che uno dei servi del re aveva piume invece di pelle. La confidenza avveniva facendo credere ad ognuno che fosse l’unico al corrente del segreto. Così, quando anche l’ultimo servo venne a conoscenza del fatto, ognuno pensó fra se e se di tenere un segreto che nessun altro possedeva. Cosí come fa Pulcinella in questo racconto, Giuseppe Antonello Leone ha condiviso e continua a condividere il suo segreto, il graffito polistrato, facendo complice ogni artista del suo segreto. La piuma, la maschera e il bambino che regge entrambe le cose creano un’allegoria che rimanda a Giuseppe Antonello Leone attraverso il Pulcinella di questa storia. La figura del bambino incarna il concetto di risignificazione che Giuseppe Antonello Leone ha fatto proprio. Mi sono basato su un dipinto di Maria Padula per dare un nuovo significato al protagonista di uno dei suoi dipinti. Questo bambino cita la figura di Leone, incarnato nella tecnica da lui creata. Il bambino rappresenta l’artista che sperimenta, che dimostra, che gioca senza timore di errore. É al coraggioso gioco, tipico dell’infanzia, che dobbiamo la scoperta di nuovi percorsi, come quello del graffito polistrato. Pulcinella rappresenta la disubbidienza, quella che lascia il segno, che non rispetta le regole, qualcosa anche necessario per dar inizio a un nuovo modo.