
Vincenzo Dibiase, Resistere e restare, 2025
note biografiche:
Vincenzo “Brigante” per gli amici, nasce a Marsicovetere (PZ) nel 1983. Dopo il diploma da geometra, nel 2006 approda a Roma, dove scopre la sua vera passione: il restauro ligneo e la decorazione pittorica. Da lì inizia una lunga collaborazione con il suo maestro restauratore, tra Roma e Latina, facendo esperienza sul campo (e sulle mani!). Nel 2011 si innamora dell’arte del graffito polistrato montemurrese, imparando ogni segreto della tecnica muraria fino a diventarne un vero esperto. Dal 2013 è il punto di riferimento della Scuola del Graffito Polistrato di Montemurro, dove guida laboratori e progetti con entusiasmo e creatività. Nel frattempo non abbandona mai il mondo del restauro e dell’arte, sperimentando con materiali, stili e tecniche sempre nuove.Tra un graffito e un mobile antico, trova anche il tempo per una parentesi parigina che gli apre nuovi orizzonti artistici. Dal 2020 al 2025 lavora a Milano con Officina Antiquaria, specializzandosi nel restauro del modernariato d’autore. Un percorso in continua evoluzione, sempre alla ricerca di nuove sfide… con il sorriso e gli attrezzi in mano!
note sull’opera:
Resistere e restare è un motivo decorativo composto da una sequenza di foglie di ulivo, interrotte da quattro elementi cromatici — rosso, nero, bianco e verde — che richiamano i colori della bandiera palestinese. A queste si affiancano linee di spessore differente, a simboleggiare il ruolo storico della Palestina come crocevia di scambi, culture e civiltà.
Le foglie di ulivo, simbolo universale di pace, in questo contesto richiamano in modo esplicito la trama della kefiah palestinese. Questo indumento, privo di connotazioni religiose, è divenuto nel tempo emblema del popolo palestinese e della sua lotta per la liberazione, ma anche vessillo di tutte le donne e gli uomini liberi nel mondo che si oppongono alle guerre, al colonialismo e all’imperialismo.
Nel graffito, la texture che richiama la kefiah si fa narrazione visiva: un intreccio di resistenza, identità, rinascita e speranza. Le foglie di ulivo incarnano questi valori, fondamentali non solo nell’iconografia palestinese, ma anche nella cultura mediterranea e lucana.
Infatti, l’ulivo è parte integrante del paesaggio e della storia del nostro territorio: un simbolo diradicamento, continuità. In questa sovrapposizione di significati, il graffito non è solo un omaggio al popolo palestinese, ma anche un’esortazione rivolta al popolo lucano: resistere e restare.

